Oggi ho appreso di essere "diversamente
uomo".
Oddio, preciso subito: non nel senso che sono
tendenzialmente omosessuale o asessuato (potrebbe anche essere ma è una
rivelazione che per il momento mi è stata risparmiata).
Quindi mi interrogo su cosa significhi essere
"diversamente" uomo, dando per assodato che -almeno per il momento-
uomo lo sono ancora (sorrido).
E' possibile accorgersi di essere diversamente uomo
perché in fondo ad un anima che si sente intorpidita dal tempo e dalle
esperienze, cova ancora qualche flebile fiammella?
E' possibile esserlo perché, come mi è successo
anche di recente, mi sono perso per qualche attimo negli occhi nocciola di una
sconosciuta?
Oddio... se esserlo significa questo, significa
riuscire per qualche secondo a liberarmi delle incrostazioni che normalmente mi
fanno essere disincantato e vedere nuovamente il mondo con lo sguardo del
fanciullo (nel senso di avido di emozioni nuove) allora sono ben orgoglioso di
essere "diversamente uomo".
Riflettendoci, poi, mi rendo conto che noi uomini
dobbiamo essere ben miseri di norma se basta parlare di aver provato una
emozione per essere marchiati come "diversi".
Che poi non è che avendo apprezzato degli occhi
nocciola e due tettine (e qui già cade un po' l'asino... hemmm), ho sottointeso che sto pianificando di rivoluzionare la
mia vita per inseguire un nuovo strampalato rapporto. Ho solo apprezzato occhi
e tettine, e questo mi pare davvero straordinariamente ORDINARIO per un uomo
con ancora un minimo (considerando l'età) di pulsioni sessuali e di sangue che
scorre.
Sempre continuando a rifletterci, mi sovviene infine
una conclusione sconcertante: tanto più mi sono scoperto diversamente uomo io,
tanto più posso trovare diversamente donna l'altra metà del cielo.
Ma ecco che subito mi contraddico perché, sempre
riflettendoci, mi rendo conto che una donna che si comporta in modo incoerente,
stizzito come se fosse gelosa e frettolosa di affermare la sua intangibilità, è
davvero in tutto e per tutto una donna come ce la si immagina. Insopportabile e...
insostituibile.
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