mercoledì 2 ottobre 2013

Avere, o non avere tempo.
Questo concetto assume sempre più maggiore importanza man mano che andiamo avanti nella nostra vita.
Da bambini ci sembra che il tempo sia infinito. Le estati sono lunghe e calde ed i giorni si susseguono apparentemente senza fine e, soprattutto, senza consumare nulla.
Da bambini, il nostro divenire è una continua crescita per cui ci aspettiamo di essere sempre di più. Più grandi, più forti, più bravi, più amati.
Tutta la questione dell'invecchiare, ruota in definitiva intorno alla percezione di quanto tempo ci resta. Quanto tempo per fare questo o quello, o anche solo per poter ragionevolmente sperare di fare questo o quello. Finchè siamo giovani, pensiamo che tutto è possibile. Poi il passare del tempo ci chiude progressivamente le porte, e la nostra vita si trasforma pina piano da una distesa pianeggiante su cui possiamo spostarci in ogni direzione ad una strada, prima larga e diritta e che si srotola davanti a noi infinita, poi sempre più stretta e tortuosa.
L'incedere diventa sempre più pesante.
Il tempo delle favole è passato da un pezzo.
Che disgrazia doversi confrontare ogni giorno con qualcuno che molto più avanti o molto più indietro. Non si parla la stessa lingua e ciò che a noi appare evidente, a loro appare assurdo o incomprensibile.
Qualcuno ha detto o scritto che quando nasciamo iniziamo a morire. in fondo è vero. Ma il vero dramma è quando te ne rendi conto davvero, quando lo capisci davvero.
La famosa storia della crisi "di mezza età".